Il villaggio felice (II parte)

La gente faticava a capire... la gente faticava a riprendere in mano il proprio destino. Il pericolo della nube nera però era sempre dietro l'angolo e allora non ci si poteva permettere di lasciarsi andare e magari trascurare la propria vita in quel periodo di relativa luce. Il ricordo di quanto era successo faceva capolino ogni qualvolta ci si sentiva incapaci di agire. C'era in effetti la volontà di procedere. Un bel giorno un gruppo di uomini, decisi a cambiare il proprio villaggio senza pensare al passato, pensò di organizzare una bella riunione.
Quel giorno la piazza era strapiena perchè in fondo tutti sapevano che si trattava della loro vita e dunque non si poteva delegare come era stato fatto in precedenza.
C'erano da stabilire delle strategie comuni che conducessero quel villaggio verso una vitalità che tutti pretendevano fosse consuetudine. La gente voleva abituarsi a guardare al futuro partendo da un presente già di per sè prospettico.  In prima linea c'erano i giovani che insieme ai loro padri parlavano di cambiamento. Termine strano per chi invece aveva sempre vissuto spesso non riuscendo ad essere protagonista. Non c'era bisogno di grandi rivoluzioni, ci voleva solo tanta buona volontà e la consapevolezza che tutti dovevano condividere il proprio destino.
Quella piazza per una volta divenne l'agorà in cui discutere e scambiarsi esperienze, in cui elaborare progetti e promuovere idee. Tutti vi potevano partecipare e nessuno doveva sentirsi escluso da quel processo di rinnovamento. Gli abitanti del villaggio concordarono che per essere un villaggio felice necessitava lavorare senza pregiudizi, senza inganni e con l'impegno di chi sa che bisogna stare uniti!

Commenti

  1. vorrei viverci in quel villaggio senza pregiudizi,senza inganni e ritrovare l'unita persa. Ma.....non riesco proprio a trovare l'entrata. M.Domenico

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