C'era ancora l'odore acre della sera prima. Tutto però era rimasto perfettamente identico a quando ci aveva avvertito la signora Angela che si era accorta dell'incendio prima di tutti. Nemmeno l'intervento tempestivo dei vigili del fuoco aveva potuto niente contro le fiamme già alte che consumavano parte della nostra vita. Il casolare in cui eravamo cresciuti, in cui avevamo passato la nostra adolescenza tra un gioco e una festa, non c'era più. Lungo la strada che ci separava da quel luogo ho sperato che non fosse vero, che magari ci si era confusi e che il buio aveva fatto il resto. Quando ci trovammo di fronte a quello spettacolo purtroppo era tutto vero. Mio padre scese dalla macchina di scatto, quasi a voler correre incontro a quello scempio, ma un vigile del fuoco lo bloccò. Era inutile fare pazzie: tutto era andato perso. Una sola maledetta notte aveva cancellato quel paradiso di ricordi e sogni. Mio fratello mi coprì gli occhi e mi accarezzò. Spettava a lui,