Racconto: La nuova scuola (IX parte)

Non c'era un momento da perdere. Bisognava chiamare un'ambulanza ,quel ragazzo era fetito gravemente. Nella scuola ci fu un panico generale e Giuseppe non capì più nulla. Alla vista del sangue si sentì colpevole di quello che aveva fatto e si mise a piangere e poi a correre all'impazzata. Il supplente cercò di mantenere la calma e di gestire al meglio la situazione, era chiaro però che con tutto quello che era successo diffcilmente ci sarebbe stata una certa tranquillità. L'ambulanza arrivò veloce e la dottoressa che prestò il primo soccorso disse soltanto che non c'era nemmeno un minuto da perdere. Il ferito fu trasportato con una barella senza riprendere conoscenza. In ambulanza con lui lo seguì la dirigente che intanto, informata dell'accaduto, era accorsa seriamente preoccupata. La vice preside si interessò invece di avvertire i genitori, mentre il supplente dovette rasserenare con una buona dose di balle gli alunni impauriti. Da lì a poco molti genitori vennero a scuola per controllare com'era la situazione e qualcuno ancora più intimorito del figlio fece delle scenate di pianto. 
Quando tutto sembrava ritornare ad una normalità apprezzabile, Anna si avvicinò al supplente richiamandolo sul fatto che Giuseppe non si trovasse più con loro in classe. Dov'era potuto finire? Di sicuro aveva avuto paura, ma cosa gli era passato per la testa nessuno lo sapeva. Fu rastrellata tutta la scuola alla vana ricerca del ragazzo, ma niente! Il supplente e la vice preside anche in questo caso dovettero avvisare i suoi genitori che accorsero subito. Il padre ebbe prima un moto di rabbia nei confrotni degli insegnanti che secondo lui poco vigilano sui propri figli, poi fece in modo di organizzare una rete di ricerche per tutto il paese. C'era solo una preoccupazione però che creava più scompiglio: se Giuseppe era riuscito a fuggire dalla scuola facilmente avrebbe potuto prendere un autobus qualsiasi dalla fermata che c'era proprio dietro l'istituto. Intanto cominciavano ad arrivare notizie altrettanto preoccupanti dall'ospedale dove il ferito era giunto e dove lo stavano operando d'urgenza per ridurre l'ematoma causato dal violento urto con il lavandino. I ragazzi temevano doppiamente per Giuseppe che era scomparso e per il ferito in sala operatoria.

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