Richiesta la demolizione di una struttura

  Con una nota ufficiale Giuseppe Paonessa, capogruppo di Alternativa Democratica in seno al consiglio comunale,  chiede a gran voce la demolizione della Struttura che da qualche giorno a questa parte è comparsa presso la Villa Comunale Alcide De Gasperi. Si chiede dunque al Sindaco e a tutta la maggioranza “l’immediata e totale demolizione della struttura metallica (gazebo) realizzata nella Villa Comunale per riportare la Pigna alla situazione preesistente. Secondo il Paonessa infatti la realizzazione di questa struttura “viola il regolamento edilizio comunale e precisamente la delibera n°61 del 28/07/2010 punto 1.1 che impedisce a chiunque l’utilizzo di lamieroni lisci nel centro storico”; si sottolinea inoltre che “è in netto contrasto con il contesto urbano, storico e culturale della Piazza principale del paese, e l’impatto visivo è completamente disarmonico; ostruisce la bella visuale della Pigna che da via Aldo Moro si poteva apprezzare.” La missiva già protocollata e trasmessa anche via facebook dal Gruppo di Alternativa democratica si conclude con la contestazione “dell’operato della maggioranza per l’ennesima dimostrazione di pessima gestione per aver provocato un intollerabile scempio ambientale.” La struttura in questione sovrasta la Villa Comunale ed è stata realizzata quale spazio per i bambini. E’ infatti dotata di attrezzature ludiche, ma a quanto pare i problemi sono altri.
         da http://www.infooggi.it/

Commenti

  1. rubino rosario parte 1

    Le persone hanno interessi e preoccupazioni che riguardano la loro vita privata, dalle attività in cui spendersi alle amicizie e agli amori da intrattenere, agli ideali da perseguire, ma hanno anche interessi pubblici, di vivere in una comunità in cui possono coltivare le proprie aspirazioni, dove vi sia SICUREZZA E GIUSTIZIA. Proprio perché vi sono interessi pubblici, cioè valori su cui deve essere articolata la società, e quindi conflitti e disaccordi in merito, vi é la politica. I problemi della politica non sono esclusivamente problemi tecnici né di POTERE . La gente di Pentone è ricca di umanità ha un patrimonio ineguagliabile di storia, arte e cultura; dei magnifici ambienti naturali e paesaggi . Noi stessi abbiamo un senso profondo di ospitalità e di solidarietà , attenzione alla qualità della vita, e straordinarie capacità di produrre. Pentone è un paese vitale, creativo, operoso, pervaso da un diffuso spirito d’intraprendenza intelligenza e tenacia e credo a differenza di tanti altri , che guardano esclusivamente ai propri interessi e di quelli degli amici e degli amici degli amici che Pentone possa farcela a stare al ritmo di un mondo che cambia sempre più in fretta. Sono convinto che possa mantenere e migliorare i suoi livelli di vita, se non coltiverà la pretesa illusoria di serrare la porta o di chiudere gli occhi di fronte alle sfide globali, e di riuscire a ritrovare lo slancio,la coesione e la fiducia. Ma PENTONE di oggi non è all’altezza delle sue ambizioni e delle sue possibilità. È un paese bloccato, smarrito, che rischia il declino. Il senso civico appare inaridito e il rispetto della legalità è troppe volte umiliato. I giovani si scontrano con rendite e privilegi nelle imprese e nelle professioni, nella scuola, nell’università e nella ricerca, nella politica e nella pubblica amministrazione, guardano con preoccupazione al futuro e faticano a costruirsi una vita autonoma. Avverto i segni di un pessimismo diffuso che riguarda la stessa identità dell’Italia come nazione. PENTONE rischia di tornare ad essere una «espressione geografica», divisa al suo interno tra aree forti, ed aree marginali e dipendenti; tra ceti capaci di competere con successo nel mondo globale e vasti strati sociali in sofferenza, di nuovo in lotta con la povertà. A sua volta, la politica è frammentata e rissosa. Si rivela troppo spesso debole nei confronti degli interessi forti ed incapace di svolgere una funzione istituzionale. Piuttosto che aiutare PENTONE a rimettersi in moto tutta insieme, finisce per rappresentare o amplificare i particolarismi, attraverso partiti al tempo stesso troppo fragili e troppo invadenti. Diventa concreto così il rischio che si affermino leader populisti, e che nella società prevalgano pulsioni contrarie alla democrazia e spesso prigioniera degli interessi consolidati, più che interprete delle speranze dei deboli. Lo sviluppo tecnologico, l’intensificarsi degli scambi e delle comunicazioni rendono la nostra vita più dinamica e più ricca, ci rendono più aperti, ci fanno vivere meglio e più a lungo, accrescono la varietà delle conoscenze a cui possiamo accedere, consentono a un numero crescente di persone, soprattutto tra i giovani, di sentirsi e di essere cittadini del mondo.

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  2. E cittadini più informati, educati al DIALOGO con persone di altre culture, costituiscono una preziosa risorsa contro i rischi ricorrenti di chiusure e intolleranze. Un modello di sviluppo che compromette la libertà delle nuove generazioni e su cui dunque la politica deve intervenire. Di fronte a sfide così impegnative, tutte le tradizionali componenti politiche susseguitesi al comando dell’amministrazione Comunale Pentonese hanno faticato a trovare, da sole, risposte adeguate. Solo da una comune ricerca può nascere quel pensiero NUOVO di cui abbiamo bisogno per capire e governare i grandi cambiamenti nei quali siamo immersi. È per questo mi piacerebbe vedere i giovani pentonesi capaci di superare definitivamente le barriere ideologiche e contribuire a rinnovare la politica, dando vita, ad un nuovo vasto campo di forze, che colmi la carenza di indirizzo politico sulla scena pentonese. E creino una Nuova opportunità per rafforzare i valori di libertà, uguaglianza, solidarietà, pace, dignità della persona che ispirano la Costituzione repubblicana e le sue leggi . Rinnovare PENTONE e costruire UN NUOVO FUTURO che ci unisca su gli obiettivi comuni in particolar modo la valorizzazione dell’iniziativa, dei talenti e dei meriti, la promozione di un tessuto sociale solidale, attento al benessere di tutti, in cui NESSUNO si perda o resti indietro. Investire nella produzione e nella diffusione delle conoscenze, capace di fare sistema, di darsi obiettivi condivisi e perseguire un disegno comune. Penso che sia necessario un profondo cambiamento del nostro sistema produttivo,mirato all’innovazione e la crescita delle imprese, si valorizzano i talenti custoditi nelle pieghe del nostro variegato territorio, nel fitto tessuto delle comunità locali che da sempre alimentano la nascita di nuove imprese e la nostra grande tradizione artigianale. Coltivare il capitale umano, il senso civico e la coesione sociale , la vocazione turistica. Vorrei PENTONE più unito, più omogeneo sul piano economico e sociale. Con al centro il suo territorio ed iIn questo quadro, la predisposizione di adeguate piattaforme logistiche, infrastrutture di comunicazione e reti telematiche, è fondamentale per attrarre stabilmente capitali e iniziative imprenditoriali. Raccogliere tutte le migliori energie del paese, per un progetto che richiede ingenti risorse economiche, ma soprattutto un impegno straordinario per riformare profondamente Tutto e mettere in moto le grandi riserve di ingegno di cui il PENTONE è ricco. Vorrei che PENTONE dia ad ogni persona uguali opportunità di affermarsi grazie alle proprie capacità, alla creatività, al merito. Vorrei un paese che premi le persone in base al loro lavoro e alla loro capacità di creare opportunità di lavoro per altri, più che in base alle eredità e alle rendite.
    rubino rosario parte 2

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  3. La competenza, l’operosità, l’ingegno, la fatica, la capacità di creare imprese competitive devono essere concretamente riconosciute e apprezzate, in tutti i campi e ad ogni livello, combattendo le rendite corporative, la gerontocrazia, il nepotismo, che bloccano l’innovazione, ritardano l’assunzione di responsabilità da parte dei giovani, mortificano e sprecano i migliori talenti del nostro paese. Sono convinto che PENTONE abbia bisogno di una cura straordinaria . Una cura necessaria sia per liberare le energie che servono a rilanciare lo sviluppo, sia per promuovere un maggior riconoscimento del merito, una più forte mobilità sociale, una più avanzata uguaglianza delle opportunità. Le imprese non devono essere assistite, protette o guidate, ciò che le deresponsabilizza e le espone a rapporti opachi con la politica. Hanno bisogno di buoni servizi, di energia a costi ragionevoli, di sanzioni efficaci in caso di abuso di posizione dominante o di altri comportamenti illeciti. Vorrei un Paese più giusto, in cui il benessere sia diffuso e sono convinto che senza coesione non c’è sviluppo, e quindi lottare per l’uguaglianza, contro la povertà e l’emarginazione. Per me ogni persona ha diritto ad una buona formazione, alle cure migliori, ad un reddito adeguato. Per me il lavoro è il cardine di una vita attiva e autonoma, strumento di realizzazione e di liberazione dal bisogno. Pensar al lavoro ma al plurale, a quello nella produzione e nei servizi, al lavoro di cura e a quello volontario; al lavoro che assorbe, che manca, che si perde e diventa troppo spesso dramma umano e familiare. Voglio una AMMINISTRAZIONE impegnata a difendere i cittadini da tutte le forme di criminalità, anche quelle che sembrano meno gravi, ma colpiscono duramente la libertà e la sicurezza di tante persone, soprattutto le più deboli. . Penso che in molti settori, dalla formazione professionale all’istruzione, dalle politiche sociali alla promozione dello sviluppo economico, alla tutela del nostro patrimonio storico-culturale e ambientale, l’intervento pubblico, debba valorizzare la voce e il ruolo della comunità , delle imprese, delle associazioni economiche , del volontariato e delle famiglie una società che riconosce il valore e coltiva l’etica del lavoro, attraverso cui le persone mettono alla prova la loro responsabilità e i loro talenti. Ritengo che solo il dialogo tra diverse visioni religiose, etiche e culturali può portare a soluzioni ragionevoli e condivise, rispettose del criterio irrinunciabile della dignità della persona umana e capaci di far incontrare il valore della libertà di ricerca e di scelta col principio per cui non tutto ciò che è tecnicamente possibile è moralmente lecito. Abbattiamo definitivamente i muri ideologici e cominciamo a costruire ponti, tra culture politiche e settori della società italiana, tra i generi e le generazioni. Apriamo strade nuove per il futuro del nostro Paese.
    vi passo il sale il lievito e un chicco di grano rosario rubino
    p.s. ho dimenticato il titolo

    PAROLE AL VENTO......

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  4. con dispiacere devo ammettere che pochi hanno la capicatà, la voglia di fare e di dare senza aver nulla in cambio! vedo molta gente che si lamenta ma soltanto se viene investita personalmente da un problema, altrimenti fa orecchie da mercante tanto il problema non è suo... questo vale sia per le piccole che per le grandi cose.
    si è perso quel senso di unità e compattezza, non ci si sente più partecipi e appartenenti a una comunità, ma distaccati da tutto quello che non ci appartiene, l'esempio è questo blog che dovrebbe essere un mezzo di comunicazione dove discutere e magari risolvere problemi, e invece pochi hanno la voglia e forse il coraggio di esprimere opinioni, mentre la maggior parte legge solo per sapere senza far sapere!!
    pentone non vuol essere un paese maturo, e forse non lo sarà mai del tutto ma l'importante è che chi può faccia qualcosa, e non rimanga dietro la coda dell'asino!
    perchè quel che si fa lascia un segno,magari piccolo ma lo lascia, con la speranza che domani ci sia qualcuno che senza pensare ai tornaconto e prendendo come spunto quello che è stato fatto lo faccia meglio!
    come disse l'amico rosario qualche anno fa "non malediciamo il buio ma accendiamo una candela"
    Francesco A.

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  5. "DICO QUELLO CHE PENSO"
    Da cittadino pentonese condivido in parte quello espresso dagli altri commentatori. Pentone è un paese che non vuole crescere in nessun modo. Invece di pensare al futuro allo sviluppo del paese sia a livello culturale che lavorativo cerca in ogni modo di essere sempre in contrasto. la villa come una buona parte la ricordano era un angolo di ritrovo per bambini coppiette e persone anziane. verde alberi fontane e prati caratterizzavano quel luogo incantato. la precedente amministrazione ha voluto mettere fine a tutto questo con una obbrobbiosa struttura di cemento eliminando quella che è la naturalità tipica dei paesini di montagna. dopo anni che lo spazio destinato al parco giochi è stato tenuto come latrina per cani è stato fatto qualcosa!!!! il lamento ed il malcontento orami sono diffusi come politica d'attacco ma penso che trattandosi di una località montana una struttura più naturale di legno armonica con il paesaggio e con dell'erbetta vera avrebbe dato sicuramente una diversa moda alla zone di una struttura simil capannone con cementazione del pavimento e 3 miseri giochi.

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