Racconto: La nuova scuola (XI parte)

La dirigente non lasciò mai soli i genitori del ragazzo in coma, cercando di supportarli durante i vari bollettini medici e confortandoli con le prehiere. La vice preside intanto a scuola organizzò una giornata dedicata alla preghiera. Proprio in questi momenti il senso dell'appartenza e della comunità vanno ricercati e stimolati!
Anche i genitori di Giuseppe che non riuscivano a rintracciarlo in alcun modo, pensarono bene di lasciare spazio alla polizia e si recarono in ospedale: si sentivano responsabili di quanto accaduto e non si perdonavano di non aver ascoltato il grido d'aiuto del proprio figlio.

"Caro diario,
sono diverse volte che cerco di parlare con i miei genitori, ma quando gli dico che ci sono dei ragazzi a scuola che mi sfottono, mi picchiano, mi rubano tutto quello che ho nello zaino, non ci credono. Anche quando l'altro giorno sono ritornato a casa con dei lividi si sono arrabbiati non perchè mi avevano picchiato, ma perchè non mi ero difeso a dovere. Pensano e mi ribadiscono che sono semplicemente cose da ragazzi e che come tali le devo gestire. Eppure non riesco più a stare tranquillo... ogni occasione è buona per picchiarmi. Persino quando vado in bagno mi aspettano, soprattutto il solito ragazzo della II. L'unica cosa che mi viene in mente è di parlare con il supplente che mi sembra disponibile e forse mi può capire."
Così scriveva solo il giorno prima Giuseppe nel suo diario. Nessuno lo aveva capito!

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