150 e sentirsi giovane

Quando ormai mancano poche ore a celebrare ufficialmente i 150 anni dell'Unità d'Italia, un pò dappertutto si accendono le polemiche revisioniste. Basta per esempio ascoltare un telegiornale e accorgersi che la Lega Nord continua imperterrita a disertare le aule istituzionali durante le esecuzioni dell'inno di Mameli, oppure accedere su facebook e verificare la nascita di gruppi che contestano il processo unitario. Non è poca cosa se si pensa che la stragrande maggioranza del nostro Paese è impegnato in manifestazioni, iniziative ed eventi legate a questa ricorrenza e anzi, da questa si sentono particolarmente stimolati verso un'identità nazionale che mai come in queste circostanze si avverte. Allora quello che verrebbe da chiedersi è se è il momento giusto per fare certe riflessioni o assumere certi atteggiamenti!
Bisognava aspettare il 17 marzo per rivisitare una storia che è alla portata di tutti ogni giorno? O ancora peggio rifiutarsi di riconoscersi in questi festeggiamenti è la linea da seguire?
C'è addirittura chi accampa ogni sorta di ricorrenza pur di far passare in secondo piano il compleanno dell'Italia non rendendosi conto che è tutto altamente controproducente. Certo è che la storia così come l'abbiamo imparata a scuola proponeva una lettura molto di parte tralasciando ciò che oggi sta alla base di molte dottrine revisioniste, e soprattutto ci si impediva di fare certe riflessioni critiche. Credo che sia giusto avere contezza di pregi e difetti del processo unitario, poi da buon meridionale ritengo che la piemontesizzazione abbia avuto un ruolo ineludibile nel rallentare lo sviluppo e la crescita del sud, ma oggi siamo Italia! Oggi non dobbiamo permettere a nessuno di fare processi sommari a quell'idea civile e romantica di unità e indipendenza. Non dobbiamo pensare come meridionali ai torti subiti piuttosto che ai sorprusi autorizzati, ma dobbiamo contribuire con la stessa passione dei nostri padri a rendere l'Italia protagonista della storia. Se poi, come d'altra parte già sappiamo, errori ci furono, teniamoli in debita considerazione alla stessa stregua di quei grandi simboli della nostra nazione! Oggi siamo un popolo, ma lo eravamo già prima del 1861 se non istituzionalmente almeno come cultura.
L'Italia non è solo una nazione che dobbiamo celebrare, ma è un modello da seguire, di passioni, di arte, di letteratura, di scienze. 
L'Italia è e deve essere il collante di gente diverse che si riconosce troppo spesso solo in certe circostanze!
L'Italia è una terra, madre benigna che coccola i suoi figli; genitrice attenta e culla di storia.
L'Italia è tanti ... è Dante, è Roma, è nord e sud, è Leopardi, Pavese, Montale, Ungaretti, è Verdi, Muti, è Caravaggio e Mattia Preti, è Raffaello e Michelangelo, è Pavarotti e Dario Fo, è Roberto Baggio, è Bernardi e Anastasi... l'Italia siamo noi!Per tutto questo l'Italia è giovane perchè è viva e vuole continuare ad esserlo. Auguri straordinaria terra di poeti, santi e navigatori.



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