La scuola è di tutti: considerazioni sparse

La scuola è di tutti.
Di tutti sì ma non per questo uguale per tutti!
Conoscete almeno due ragazzi, due professori, due collaboratori scolastici (chissà quando finirà questa spasmodica ricerca di neologismi per definire tutto ciò che ruota intorno alla scuola) che abbiano lo stesso modo di concepirla?
Per qualcuno la scuola sarà noiosa, scontata, stressante; per altri sarà appassionante, interessante, coinvolgente e mai banale.
Insomma c’è scuola e scuola o c’è un diverso modo d’interpretarla?
Non sbaglierò dicendo che la scuola non è uguale per tutti a  causa di una costante e a volte necessaria localizzazione e individualizzazione che non ha eguali.
 Parliamo sempre della stessa istituzione che da nord a sud, da est a ovest sembrerebbe impostata e organizzata allo stesso modo, ma anche allo sguardo dei tecnici appare così diversa da far sprecare riflessioni su riflessioni.
Non mi riferisco proprio ai teorici dell’argomento ma ai diretti interessati, cioè a tutti coloro che ogni giorno hanno la fortuna o la sfortuna, dir si voglia, di stare per almeno cinque ore in un qualsiasi istituto scolastico.
Diversità dunque è la parola chiave che ritengo dovrebbe essere alla base di ogni impianto pratico e teorico su cui tutte le scuole dovrebbero poggiare.
Diversi sono gli ambienti di riferimento; diversi sono gli interpreti (alunni, docenti e famiglie); diverse sono le aspettative che vi si ripongono e diversi sono sicuramente i vari approcci.
Eppure parlare di scuola e poi aggiungere quale aggettivo più gettonato “diverso” sembra proprio un paradosso, ma concretamente non è così.
La diversità è appunto di un tale spessore che bisognerebbe sempre abusarne perché alimenta l’individualismo più esasperato dei vari attori e nello stesso tempo stabilisce i nitidi contorni delle relazioni.
Accanto infatti a questo elemento si coniuga bene la capacità relazionale: come dice persino l’antico proverbio…gli opposti si attraggono! E, in effetti, diverso è sinonimo di opposto! Naturalmente quando parlo di diversi interpreti o di diversi attori, mi riferisco a tutti coloro che ruotano nel mondo scolastico.
Essi con le loro presunte banalità, con le loro fissazioni, con tutti i pregi e i difetti ammissibili, fanno la scuola: ne rappresentano la colonna portante e nello stesso tempo il cuore.
La scuola è di tutti anche per questo: tutti hanno un cuore che batte e personifica la scuola medesima.
Se non ci fossero i collaboratori scolastici, se non ci fossero i docenti… gli alunni… le famiglie…e con loro i diversi problemi, tutti i problemi; la diversa quotidianità, tutta la quotidianità; senza il diverso e il tutto che è in ogni persona, che scuola sarebbe? I nostri ragazzi invece di trovarsi di fronte ad un’istituzione viva e omnicomprensiva, avrebbero a che fare con una delle tante realtà virtuali in cui ci imbattiamo nei cyber spice!
E’ importante avere consapevolezza del tutto così da poter analizzare e riflettere obiettivamente il particolare senza per questo correre il serio il rischio di invadere i territori più disparati.
Mi chiedo ancora: ricordiamo con più facilità la nostra età scolastica o le altre? Sono sicuro che i numeri sarebbero altissimi a favore dei ricordi di età scolastica perché è lì che si maturano quelle prime esperienze che poi ti avviano lungo il sentiero della vita. Questo non è valido solo per gli alunni, ai quali la scuola riserva una grande fetta di questi insegnamenti-esperienze, ma anche per chi ruota intorno ad essa. Voi credete forse che un docente sappia abbastanza da non trarre profitto da quanto gli accade in classe? O credete forse che un bidello, volgarmente detto, sia così superficialmente preso dalle sue mille faccende da non farsi coinvolgere dal tutto che lo circonda?
Una giornata in classe o comunque in un generico ambiente scolastico, vi posso assicurare, è di una tale ricchezza emotiva ed esperienziale da poter tranquillamente dire che noi fortunati interpreti e attori viviamo tante vite… tutte le vite che ci troviamo di fronte e che spesso condividiamo.
Certamente tutto questo fa la scuola in senso lato. Sebbene sia molto più pratico un approccio analitico particolare, riflettere e accendere i riflettori sul generale “tutto” ritengo che sia la vera chiave di lettura di quella che amo definire la giungla della scuola.

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