Diario di un precario qualunque

30 agosto
Stamane mi sono svegliato e subito catapultato su internet per verificare l'uscita di comunicati dal Csa. Niente! Pure oggi mi tocca attendere e sperare che qualcosa accada. Magari mi arriverà la telefonata per il ruolo? o semplicemente dovrò aspettare l'inizio dell'anno scolastico per una supplenza?
Diventa sempre peggio e nonostante i numeri sbandierati c'è la tristezza di tanta gente che aspetta e spera e che vede svanire lentamente le ultime chance di chiamata.
Mi tormentano i dubbi sulla scelta delle scuole, sui pensionamenti, su utilizzazioni e assegnazioni, su contingente vecchio e nuovo: ma siamo proprio sicuri che questa è vita?
Attendere sempre senza mai poter dire prendo in mano la mia vita!
Senza l'aspirazione di poter progettare, di poter pianificare... senza certezze e senza sicurezza!
Poi magari mi chiameranno da qualche scuola e allora troverò qualche giorno di tranquillità, ma non di serenità. Solo chi infatti è stato precario capisce bene la difficoltà d'inserimento in ambienti già modellati e già proiettati nell'anno scolastico in corso: non hai nemmeno il piacere di poter programmare gli obiettivi, le competenze; non hai nemmeno la possibilità di poterti affezionare a quei ragazzi che devi ripartire e riprendere il perpetuo peregrinare di scuola in scuola. L'anno scorso cinque, quest'anno chissà!
qualcuno ti dice che l'importante è lavorare, è vero, ma se dobbiamo elemosinare qualche giorno di tranquillità, allora a cosa sono serviti tutti i miei anni di studio? a cosa serviti tutti i sacrifici fatti? a cosa servono le competenze che ti sei costruito? Pensare di essere sottomesso a logiche troppo più grandi di te è da impazzire eppure ogni anno si ripete questa trafila.
C'è gente che lo fa ormai da un ventennio e vive il precariato come un modus vivendi: chissà se ci riuscirò un giorno anch'io!
Per fortuna domani è un altro giorno e la speranza vivrà un'altra determinazione.

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