Diario di un precario qualunque (II)

31 agosto -
Oggi ci sono le stesse novità di ieri: niente. Tutto tace e la cosa mi preoccupa oltre modo dato che il 1 settembre ci dovrebbe essere la presa di servizio. Di sicuro si sta procedendo ancora con le immissioni in ruolo che peraltro appaiono fuori ogni logica se si pensa che anche questi pochi fortunati non conoscono ancora la disponibilità di sedi! Immessi in ruolo senza una sede in cui prendere servizio se non quella scelta dagli stessi fino a sabato, poi scuola di destinazione fino a gennaio e poi infine scuola definitiva. Se per loro dunque è già un'odissea almeno si consoleranno con un incarico a tempo indeterminato: noi precari invece chissà! Di tempo determinato finora nemmeno l'ombra e quindi quest'anno ore ancora più dubbiose per noi docenti, ma anche per le tante scuole che dovranno aprire i battenti senza avere certezze.
Notizia di ieri inoltre le tante proteste degli A.t.a. che vedono minacciati posti che fino all'anno scorso erano già pochi, ma almeno c'erano! In tutto questo una nota lieta mi è arrivata da un commento al diario di ieri: una collega mi ha scritto che non segna il "mi piace" perchè disconosce la precarietà. Bellissima quest'affermazione che io condivido a pieno se intesa come rifiuto di una concezione della vita caratterizzata dall'incertezza a cui si contrappone invece una grande voglia di sognare e di sentirsi vivi nonostante tutto.
Il precario non è purtroppo una specie in estinzione, ma qualcuno che merita attenzioni mirate perchè ne è degno. Sapete quando non mi sento precario? Quando prendo carta e penna, o sono di fronte ad un computer e scrivo, scrivo, rifletto e dunque sono. Cogito ergo sum diceva Cartesio e questo vale per ogni precario che si rispetti.

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