Roccelletta in festa

 Domani presso il Parco di Roccelletta di Borgia l’Istituto Comprensivo di Borgia sarà protagonista di una bella manifestazione che vedrà impegnati i ragazzi in diversi tipi di esibizioni. Si inizierà con l’incontro- dibattito tra Lia Levi, autrice di “Un garibaldino di nome Chiara”, e gli alunni dell’istituto diretto da Rosa Procopio.  Ci sarà poi una breve esibizione musicale ed infine i ragazzi del Plesso di Roccelletta metteranno in scena “Il Garibaldino”, scritto e diretto da Vincenzo Marino.  
La manifestazione vedrà dunque i discenti al centro delle attività così da testimoniare l’impegno e i risultati che la scuola può produrre.  Si proporrà un modello educativo che non è solo quello “tradizionale”, ma che almeno in queste attività ha cercato di produrre competenze con strumenti e metodologie alternative. Un impegno davvero straordinario quello che i ragazzi hanno messo per la realizzazione de “Il garibaldino”: Oltre che recitare un testo, i vari attori e lettori, hanno contribuito infatti a realizzarlo attraverso osservazioni, interventi e con l’inserimento di alcuni dialoghi. L’idea dell’autore  è stata dunque quella di proporre agli alunni un testo pilota su cui potessero però intervenire con l’inserimento dei loro prodotti. Si può dire che è venuto fuori un testo partecipativo perché, nonostante la guida dell’autore, i ragazzi hanno saputo vivacizzare l’argomento e le dinamiche presenti, regalando alla narrazione la semplicità e la spontaneità che solo degli adolescenti sanno realizzare.  Il racconto sarà condotto dalla voce narrante dei ragazzi che poi di volta in volta si destreggeranno nelle avventura di Nicola, il giovane calabrese che pur di unirsi a Garibaldi e lottare per ciò in cui crede, rinuncia alla tranquillità di una vita di campagna lontana dai clamori risorgimentali. Nella storia si ripercorrono alcuni degli avvenimenti più importanti dell’Unità d’Italia, senza però la presunzione di narrare vicende realmente accadute, ma vi sono solo episodi creati sulla falsariga di quello che è stato. Gli spunti sono quindi quelli Risorgimentali, ma la storia è frutto della fantasia e del lavoro di Vincenzo Marino e dei suoi giovani collaboratori prima e attori poi. Particolare è anche l’elemento scenografico che è completamente assente, così come non ci sono vestiti d’epoca. I ragazzi si alterneranno sul palcoscenico chi con delle maglie rosse, a rappresentare i garibaldini, chi con delle maglie blu per impersonare i borbonici: la scelta infatti è netta e precisa. La centralità deve essere non dell’autore, non del testo o del pubblico, ma dei ragazzi che hanno saputo interpretare un messaggio: italiani nonostante tutto.
 
                                              da http://www.infooggi.it/

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