L'Italia che non va

In tempi di vacche magre, di spread, di default, di crisi, di innalzamento del tetto del debito nazionale, in Italia ci dobbiamo preoccupare o forse sollevare perchè una risposta ci è stata data ed è una risposta per il popolo che ne aveva tanto bisogno! Sono stati decentrati alcuni Ministeri al nord.
Questo è quello che stavamo attendendo da tanto tempo?
Questa è la progettualità e l'investimento che si chiedeva ai nostri cari politici?
Questa la strada per la risalita economica del nostro paese?
Beh cari politici siete sulla strada sbagliata perchè mentre voi litigate per garantirvi lauti stipendi e ancor più ricche pensioni, noi, il popolo, siamo sul lastrico. Non si sente alcuna notizia positiva che riguarda le nostre misere tasche da cui invece si cerca sempre di prendere il più possibile. L'ultima buona notizia è proprio quella sui Ministeri il cui decentramento certamente innalzerà il livello di spesa di queste strutture che adesso si sono sdoppiate. Ci chiedono quindi sacrifici ed invece loro, tutti loro, giocano al rialzo. E' ora di smetterla e per fortuna che abbiamo uno strenuo difensore del popolo in Giorgio Napolitano, presidente e garante della nostra italianità. I suoi rimproveri al governo e alla politica in generale non si contano più, ma loro, la casta, fanno finta di non sentire e di non vedere tanto poi il popolo non capisce! Vi sbagliate, cari politici nostrani, noi capiamo benissimo che cercate sempre di fregarci tra le righe e sopra le righe.
Pérchè non dimezzate i vostri stipendi per esempio?
Perchè non rinunciate a qualche vostro privilegio? I costi della politica e quindi anche del decentramento dei Ministeri, dovrebbero essere ridimensionati e ognuno di voi dovrebbe farsi garante del bene comune e non solo del proprio e delle proprie famiglie. Una situazione inaccettabile a tutti i livelli e che dunque merita la giusta attenzione e contrarietà del popolo. Vogliamo un'Italia migliore, più giusta e che dia la stessa opportunità a tutti.

Commenti

  1. Vi passo il sale…………
    il lievito e un chicco di grano.
    CON AFFETTO RUBINO ROSARIO

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  2. Caro Vincenzo parte prima
    Nel contesto di stimolare le idee e le persone ,le persone educate e coerenti alle loro idee , trasparenti e in particolar modo chiari , che non nascondono dietro alle loro ideologie interessi di parte o di gruppo , ma senza alcun dubbio persone che abbiano il buon senso di esprimersi in maniera inequivocabile e aperta senza nascondersi dietro le finestre ed essere semplici osservatori , ma poi dalla chiazza alla pigna dei grandi professori intellettuali e critici di fama mondiale … rispondo alla tua osservazione dove va l’Italia e io aggiungo dove andiamo noi Pentonesi e i nostri figli ?
    Certo che i tempi e modi lenti con cui perpetuamente opera la nostra comunità ripetitiva e tradizionale , certo anche che la comunità non è al passo con i tempi e lontano dal presente , moderno interculturale e del mondo globale e tecnologico vi invito ad una ulteriore riflessione e se vi fosse anche la possibilità a un dibattito aperto.
    I temi che si potrebbero mettere a fuoco sono il rapporto tra politica e i cittadini tra Chiesa e servizi alle persone, tra Chiesa e Politica , tra Chiesa e Famiglia nel quadro della società Pentonese per costruire una mappa dei punti nodali attuali, e approfondire i problemi delicati della società stessa e per uno sviluppo del territorio e della intera comunità.
    Il proporsi anche delle volte in modo irruento, non ha altro significato che un metodo diverso, una riflessività che dal mio punto di vista va messa in primo piano, un modo di camminare, di pensare, di condividere problemi e progetti con persone che hanno altri sguardi, altri punti di vista, un modo di guardarsi e di lasciarsi guardare che ha la novità importantissima di uscire dalle mura protettive degli ambienti e del linguaggio OMERTOSO dove traspare in modo evidente uno spirito di un «segreto d’ufficio», di una riservatezza sacra, se così si può dire, per entrare in un circuito di conoscenza, di trasparenza, che è il VOLTO MODERNO, interattivo, della responsabilità come co-responsabilità.
    Un tempo il tener nascoste certe cose serviva a rafforzare l’aura di sacralità, di superiorità di certi ruoli e di certi temi, e anche oggi è utilizzato in alcuni casi per questi fini, perché si TEMONO INTERFERENZE, o NON SI VOGLIONO SGUARDI ESTERNI perché si è preoccupati innanzitutto a difendersi.
    Ma la cultura è cambiata, la società presenta elementi di imprevedibilità, d’incertezza, di turbolenza, per cui c’è bisogno di molta più conoscenza, di molto PIÙ DISCERNIMENTO, di migliore COOPERAZIONE TRA PERSONE, e non solo perché c’è una crescente scarsità di risorse: tutti ne hanno già consapevolezza, ma le strategie per farvi fronte POSSONO ESSERE ANCHE CONTRADDITTORIE, O OPPOSTE.
    Avere trasparenza della vita quotidiana, del farsi conoscere non solo «in scena» ma anche nel «retroscena» della vita, diventa una questione seria su cui riflettere, discutere, pensare in modo nuovo.
    segue commento parte 2 rubino rosario

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  3. parte seconda

    L’apertura offerta dal tuo blog Spazikultura ci permette una ulteriore possibilità, ovvero :
    NON PER DIFENDERSI-ATTACCARE ma per imparare, per ESSERE TRASPARENTI, per COOPERARE, PER NON ESSERE UNA PRESENZA CHE DIVIDE MA CHE ACCOMPAGNA, GIÀ NELLO STILE DEL VIVERE PRIMA ANCORA CHE NEI SERVIZI.
    Purtroppo oggi si assiste - spesso - a una "deviazione" della vita comunitaria: all'unità e comunione, di carattere essenzialmente spirituale, si è sostituita un'accentuazione esasperata dell'elemento «GIURIDICO, AMMINISTRATIVO, ECONOMICO, ORGANIZZATIVO, GESTIONALE». «prevale un modello aziendale, che FA MORIRE LA COMUNITÀ che risulta SOTTOALIMENTATA SPIRITUALMENTE».
    Di conseguenza è venuta meno a Pentone la carità, non si riesce, spesso, a mettere insieme, a coniugare la persona e la comunione: esiste sì la "persona" - talvolta "alcune persone" - ma non la "comunione tra le persone".
    Il principio dell'accoglienza sincera e cercata – che poi diviene non tollerata a collo storto, con evidente fastidio, e poi subito accantonata e dimenticata – Il principio di corresponsabilità e di trasparenza del pensiero e dell'azione, che dovrebbe favorire la comunicazione, vengono sostituiti con interessi individualistici. La comunione è liberante, a tutti i livelli e in tutti gli ambiti: nel clima fraterno NASCONO I FECONDI DIBATTITI, dove ognuno esprime LIBERAMENTE - sicuro di essere ascoltato - il proprio pensiero e dove tutti ascoltano con umiltà, cordiale partecipazione e attenzione, pronti sempre a cogliere il positivo e non a sottolineare, sempre o quasi, il negativo, il non ancora chiaro, a non sorridere delle imprecisioni e delle approssimazioni, che un dialogo corretto e fraterno corregge. La comunione accetta le questioni scottanti: non le rimuove, non le accantona - magari indefinitamente - ma le affronta, appunto, in un clima sereno e coraggioso, nella certezza che tutti le debbono conoscere nella loro gravità e incidenza e che con l'apporto di tutti ci si incammina a trovare una soluzione condivisa. Fermarsi agli aspetti "indolori" è forse gratificante, rassicurante, ma non aiuta certo la vita . La comunione è solidarietà, condivisione:. È vedere insieme, operare insieme. Nella vera fraternità vi è sempre qualcuno che aiuta a tenere accesa la lampada della speranza e del coraggio. La comunione allarga l'orizzonte, perché allora gli sguardi della comunità sull'oggi diventano molteplici, convergenti, capaci insieme di scoprire nuove realtà, inedite profondità della ricchezza del vangelo, cammini inesplorati da percorrere, soluzioni impensate da proporre e provare. La comunione non fa sentire nessuno inutile: tutti trovano accoglienza, anche nel poco, nella vecchiaia, nella "povertà" intellettuale e tutti hanno un posto e un ruolo riconosciuto.
    NON CI SONO "MONUMENTI" INTOCCABILI, NÉ "MAESTRI" INFALLIBILI, NÉ "SALVATORI" RICONOSCIUTI O TOLLERATI.
    Tutti sono parte di una fraternità reale, tutti sono indispensabili alla vita e alla missione della comunità e tutti sono egualmente "servi inutili". E ognuno ringrazia l'altro per la sua presenza e per la sua azione . E da ultimo - ma non certo per ultimo - la fraternità esistente dona la concordia dei cuori e la serenità della mente, indispensabili per creare il clima di armonia nel quale la preghiera può estendersi a tutti SENZA RANCORI, INVIDIE, RIVENDICAZIONI, AMAREZZE.
    Solo cosi NOI TUTTI possiamo essere segni di speranza per una generazione che vive essa stessa una crisi soltanto se saremo capaci di affrontare le nostre crisi nella gioia e nella serenità.
    Con stima rosario rubino

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