190 da Napoleone

5 maggio 1821- 5 maggio 2011: 190 anni fa moriva Napoleone Bonaparte. Un anniversario che rievoca le grandi imprese del corso che da Ajaccio partì alla conquista dell'Europa e divenne l'uomo più potente e ammirato della sua epoca. Ancora oggi quando si parla di grandi condottieri, di grande battaglie, di sogni realizzati, uno dei primi modelli che vengono in mente è proprio questo di Napoleone che seppe coniugare ad un pragmatismo esasperante, la voglia di realizzare quello che per lui era diventata quasi un'ossessione: fare della Francia una nazione guida nel vecchio continente. L'eco di questo personaggio ha conquistato generazioni intere di studenti e studiosi che hanno cercato di inquadrare una personalità tanto complessa quanto intrigante. Un uomo che rappresenta un secolo e un tempo che mai come prima aveva condiviso l'ascesa e poi la caduta di un essere umano.
La notizia della sua morte, avvenuta nell'esilio dell'isola di S. Elena, probabilmente vide tirare un bel sospiro di sollievo ai suoi avversari politici, che dopo la fuga dall'Elba, non volevano più un Napoleone tra i piedi.
Lui prima, durante e dopo la sua ascesa aveva incarnato l'aspirazione dei francesi che rischiavano sempre di identificarsi più con l'uomo che non con ciò che faceva. La sua morte in questo senso significò che i francesi non ebbero più un modello vivente a cui richiamarsi, ma nemmeno questo bastò se 50 anni dopo un suo discendente divenne ancora imperatore dei francesi.
Napoleone è dunque un mito di cui non si può sapere nemmeno il motivo della morte: i francesi vogliono che rimanga tutto avvolto nel mistero e soprattutto non vogliono che il loro grande imperatore sia disturbato nel sonno eterno.
Per la sua morte si scomodò persino Manzoni che con l'ode  il "5 maggio" volle rendere gli onori dovuti a chi aveva rappresentato un secolo. E se appunto l'autore dei "Promessi sposi" concede il "ai posteri l'ardua sentenza", beh senza alcun dubbio noi oggi possiamo a tutti gli effetti ritenere Napoleone Bonaparte uno dei più grandi condottieri e strateghi della storia. Basti un elemento per raccontare del suo consenso: per gli studenti il vero spauracchio, la vera fobia è la storia, ma quando si studia Napoleone le cose cambiano. Provate a chiedere ad un alunno di qualsivoglia classe chi è questo personaggio. Magari non ricorderanno null'altro, ma vi assicuro che di Napoleone vi diranno tanto!

Commenti

  1. di A.M.
    La notte di Natale dell'anno 800, Carlo Magno si fece incoronare re dell'impero carolingio da Papa Leone III; precedente questo che permise ai Papi succedenti di "autoincoronarsi" e divenire Re cementando così il potere Papale e della Chiesa. Poi, mille anni dopo, nella Cattedrale di Notre Dame di Parigi e alla presenza di Papa Pio VII, Napoleone si autoincorona Imperatore facendo così decadere questo precedente che aveva dato troppo permissivismo alla Chiesa affermando: " il regime della chiesa non è punto arbitrario; essa ha canoni e leggi che il Papa deve osservare" e il suo concetto di religione è racchiuso in questa sua massima: " La religione e ciò che trattiene il povero dall'ammazzare il ricco ". Napoleone era disposto a dare a Dio quello che è di Dio ma, affermava, che il Papa non è Dio e lo affermava proprio in virtù di ciò che osservava nel mondo Clericale e in questa sua espressione si capisce il perchè: "I preti ripetono continuamente che il loro regno non è di questo mondo e si impadroniscono di tutto ciò che è a tiro; il Papa è il capo di questa religione celeste ma si occupa soltanto di questa terra".
    Sulla morte del Bonaparte aleggia ancora il mistero e l'analisi fatta su di una sua ciocca di capelli, saggiamente conservata, ha dimostrato la presenza di una sostanza avvelenante come l'Arsenico. Delle sue eroiche imprese va ricordata la disfatta in Russia del 1812, brillantemente celebrata dalla sinfonia di Tchaikovsky per la soddisfazione di Alessandro I Zar di Russia, espediente, quello della ritirata, che i Russi applicarono ancora una volta contro l'avanzata dei Tedeschi. Tra le tante imprese Napoleone fece anche incetta di molte opere d'arte Italiane esposte ancora al Luvre. Nel 1797, col trattato di Campoformio, Napoleone cedette agli Austriaci la Serenissima istigando così Ugo Foscolo a dedicargli questo versetto tratto dal "Jacopo Ortis" " Il sacrificio della patria nostra s'è consumato tutto è perduto ".
    Di Napoleone c'è una massima davvero illuminante per il nostro paesello e che voglio ricordala ai nostri compaesani che forse ne prenderanno spunto: "Quando in un piccolo Stato si diffonde l'abitudine di condannare senza sentire, di applaudire un discorso dettato dalla passione, quando vi si dà il nome di virtù all'esagerazione ed al furore, e si accusa di delitto la moderazione e l'equità, allora quello Stato sta per cadere in rovina.

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