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Visualizzazione dei post da gennaio 30, 2011
Racconto: U seciaru ( III parte)
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Ogni tanto mi capita di dialogare con i miei coetanei e di ritrovarci sul sentiero dei ricordi, di quelle figure e di quegli angoli che da ragazzi appartenevano al nostro essere. Forse anche per ritrovare noi stessi molto spesso ricorriamo all'evocazione, al ricordo estatico! U seciaru fa parte proprio di quel nostro riandare indietro con la mente e con il cuore. Forse anche per questo ogni tanto ci capita di riguardare qualche vecchia sedia e pensare a quella figura esile e laboriosa che attendavamo tanto. Insieme a lui mi tornano in mente tutto ciò che gli ruotava intorno: le persone, le parole, gli ambienti e purtroppo poco le emozioni. Era triste allora come oggi pensare che alla sera sarebbe andato via e poi scomparso del tutto. Così infatti accadde. Piano piano stavo crescendo e niente mi sembrava più lo stesso. La "ruga" non era più quella di una volta e cominciavamo a salire in piazza per la consueta passeggiata, per i primi abboccamenti, ma per lui, "u secia...
Racconto: U seciaru (parte II)
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Nel mio paese non c'era un artigiano vero e proprio che riusciva a ricostruire le sedie. Magari qualcuno era pure in grado di ripararle, ma "u seciaru è n'atra cosa", si soleva dire riferendosi all'abilità riconosciuta e mai sottostimata di quest'artista. L'arte infatti di ricostruire la sedia era propria di un signore dai capelli canuti e all'indietro che veniva forse dalla vicina Catanzaro. Ricordo che camminando tra le viuzze qualche vecchietta ti apostrofava di chiamarle "u seciaru" qualora lo si vedesse in giro. Ormai per noi ragazzi era una presenza tanto ricercata in paese quanto scontata, tanto che solo quando non lo vedemmo più ci accorgemmo che forse era più l'abitudine di vederlo che la certezza che ci sarebbe stato per sempre. Lavorava soprattutto le sedie più piccole, quelle che si utilizzavano per stare vicini vicini al focolare e che, nelle calde serate d'estate, si cacciavano fuori per recitare il Rosario. Non essendo...
Racconto: U seciaru (I parte)
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Nel tempo mitico che gli uomini amano ricordare ed evocare nostalgicamente, il mio piccolo paese era pieno zeppo di artigiani e mestieranti vari. Qualunque cosa si dovesse riparare o addirittura costruire c'era qualcuno a cui rivolgersi. In ogni piccolo centro come il mio aleggiano ancora le gesta "du mastru" di turno che riusciva a fare di tutto. Durante la mia infanzia ricordo chiaramente proprio vicino a casa mia che "u cumpari 'ntoni", per esempio, realizzava i cesti intrecciando vimini mentre noi ragazzi lo ammiravano per la sua straordinaria abilità nel dare forma a quei teneri pezzi di legna. Oppure ricordo quando si attendeva l'arrivo "du carbunaru" per comprare i carboni che poi sarebbero serviti per alimentare i bracieri... e del braciere ricordo "a rota" che i miei nonni tutte le sere ritualmente predisponevano per potercelo piazzare in mezzo alla camera. In tutto il paese c'era un continuo rumore di attrezzi e il s...
WEB SI - WEB NO
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Dalle rivolte in Tunisia a quelle in Egitto, il mondo nord africano sembra essersi risvegliato e gli echi di una maggiore libertà stanno imperversando in questi paesi. Motivazioni differenti probabilmente ma la stessa voglia di cambiare uno status quo che imbriglia la democrazia e la libertà. C'è voglia di cambiamento e nemmeno rimpasti governativi sembrano più essere la soluzione: deve lasciare il potere chi fino ad ora ne ha fatto cattivo uso. Ogni forma di controllo e gestione della cosa pubblica infatti ha rappresentato una limitazione ed oggi non si accetta più passivamente ciò. In tutto questo cosa centra il web potremmo obiettare ed invece ha un suo importante ruolo. Dopo la rivolta in Egitto infatti, il governo ha imposto il non utilizzo del web ed in generale delle moderne tecnologie. I più hanno spiegato questa scelta con la convinzione che internet e i social network hanno la forza di coinvolgere, di organizzare, di trasmettere certi messaggi. Al web si imputa quindi di ...
ARBITRI, QUESTI SCONOSCIUTI
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Il fine settimana pallonaro della provincia di Catanzaro come in tutto il resto d'Italia impegna migliaia di persone sui campi di calcio. Tra sabato e domenica i campetti di periferia si popolano e si animano grazie alla passione di giovani e meno giovani che amano rincorrere una palla e gloriarsi di una bella giocata. In campo oltre ai calciatori va anche la giacchetta nera, severo e rigoroso garante delle regole. Ma negli ultimi tempi si dovrebbe usare il condizionale a proposito di arbitri. Capita infatti che due squadre, il Sorbo San Basile e il Taverna, per esempio, e naturalmente le rispettive tifoserie, siano pronte a disputare il primo derby della Presila dopo tanti anni e l'assente ingiustificato, dopo tante attese, è proprio il direttore di gara! Pensate a che delusione per quanti avevano gremito gli spalti del "P.Donato" e quale rabbia avessero in corpo calciatori e dirigenti delle due compagini che dal giorno prima erano in ritiro in Sila. Una partita vera...