Un grande uomo

Se vi si chiedesse quale personaggio ricordate con più piacere e commozione tanti sarebbero in difficoltà, altri invece avrebbero pronta una risposta. Una risposta che magari dipende dall'influenza esercitata dallo stesso personaggio sulla nostra epoca o sulla nostra vita, un personaggio dunque la cui esistenza ha avuto un valore. 
Se questa domanda fosse rivolta a me di sicuro risponderei Giovanni Paolo II.
Non ho dubbi a riguardo: il vecchio Pontefice ha segnato un'epoca di grandi trasformazioni che èsono il punto di riferimento del mondo che stiamo vivendo. Si parla di problematiche religiose e Wojtyla è un modello; si accenna alla multietnicità e lui la rappresenta alla perfezione; si riflette sulla vacuità di certe manifestazioni e ci viene in mente lui; si guarda e si assiste alla sofferenza e lui diventa un vero e proprio simbolo. Non c'è ambito in cui non lo si può richiamare. L'altro giorno stavo preparando una lezione sul lavoro ai miei alunni di III media e lui è comparso all'improvviso come giovane prete autore di "Materia", una magnifica poesia. L'ho letta più volte, poi ho cominciato a capire: ognuno è artefice del proprio destino. Questo il grande messaggio di un giovane futuro Pontefice che già aveva inteso il senso della sua missione: lasciare una traccia indelebile del suo passaggio sulla terra. L'uomo non è altro che un operaio con le mani piene di piaghe che batte con un martello e che segna così i passaggi fondamentali della sua vita.  Un concetto semplice quanto semplice e grande era lui. In "materia" ci ricorda pure questo: la grandezza di un uomo non si misura da quello che fa, ma dalla qualità delle cose che riesce a realizzare. Un grande uomo non è come si potrebbe pensare un eroe, ma un uomo che riesce a dare un senso alla propria esistenza: un padre, un marito, un operaio, un professionista, un essere completo. Un garnde uomo era Giovanni Paolo II che ci guida anche da lassù.

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