Il cinipede del castagno


 Si è tenuto presso la sala consiliare un importante convegno sul “Cinipede del castagno”. L’incontro è stato organizzato da Sergio Rocca e Francesco Citriniti, rispettivamente assessore all’agricoltura e al turismo. A relazionare è intervenuto Francesco Santopolo, esperto in biodiversità, che ha spiegato come il meglio conosciuto “verme cinese”, diminuisce la produzione di frutti, tuttavia non porta alla morte dell’albero.
 Il tema è stato particolarmente interessante tanto che i rappresentanti di paesi limitrofi hanno voluto essere presenti e in qualche occasione anche dire la loro. E’ indubbio infatti che di questa nostra terra il castagno è stato per tanto tempo un’indiscutibile risorsa ed è un peccato che oggi versa in queste condizioni. L’esperto ha inoltre inteso sottolineare come oltre alle ricadute economiche, un castagno malato significa che è a rischio uno dei nostri principali simboli. Il cinipede fu provocato dagli innesti di varietà giapponesi su piante europee, innesti che però risultavano già contaminate. Il verme così è passato di regione in regione. Quando il cinipede compare sull’albero ormai il castagno è attaccato. Si è parlato anche di possibili soluzioni a cominciare dal parassitoide “Torymus sinesi” che avrebbe la capacità di mangiare questo verme, purtroppo però sia il reperimento sia l’eventuale all’allevamento del Torymus significano perdita di ulteriore tempo. Francesco Santopolo ha così evidenziato la necessità dell’endoterapia: iniezione di una sostanza nell’albero. A Pentone tuttavia non ci si è limitati a discutere, ma è già stata segnalata la presenza del cinipede all’ufficio regionale competente. Non si perda altro tempo dunque altrimenti il rischio è di perdere il castagno.
                                         da http://www.infooggi.it/

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