Racconto: La nuova scuola (VI parte)

Il suono della campanella sancì la fine di quella giornata. Un fuggi fuggi generale salutò il nuovo supplente che l'indomani avrebbe iniziato alla prima ora, poi seconda, un buco alla terza e per chiudere le ultime due ore. La lontananza dalla scuola l'avrebbe costretto a partite molto presto, ma finalmente non gli dispiaceva percorrere tanti chilometri poichè aveva l'impressione di aver trovato un ambiente familiare e accogliente di quelli che  cercava da tempo.
Non conosceva ancora i colleghi, ma quelli con cui aveva scambiato qualche battuta si erano messi a disposizione e anzi gli avevano suggerito qualche dritta soprattutto per alcuni ragazzi piuttosto vivaci con cui doveva avere un atteggiamento più controllato.

L'indomani arrivò velocemente e il nuovo docente si presentò in classe puntuale e pronto a quella giornata. I ragazzi avevano anch'essi avvertito che di quella persona ci si poteva fidare: loro hanno sensibilità ed un intuito pazzesco!
Timidi o estroversi danno tutto quando sentono di potersi fidare!
Il docente diventa un modello, un punto di riferimento, una presenza certe volte autoritaria, certe volte dolce e gratificante.
Già all'appello il supplente scambiò qualche battuta con i nuovi alunni cercando di rendersi simpatico, poi la lezione. Due lunghe ore di storia: prima ripetizione, poi verifica e infine un nuovo paragrafo da assimilare.
L'attenzione era massima, ma in quella classe sembrava essere passato un funerale.
- Forza ragazzi, ci siete o avete lasciato le vostre lingue a casa?- si interruppe l'insegnante.
Una fragorosa risata e poi Giuseppe dell'ultimo banco rispose:- lei sembra una brava persona... ma quanto parla!
... tutti ancora a ridere. 

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