Individualismo o pluralismo a Pentone

Il post di ieri sull'individualismo ha avuto un grande successo con alcuni commenti veramente interessanti che mi hanno dato lo spunto per affrontare una nuova riflessione. Intanto a proposito di commenti è sempre opportuno firmarsi e non far scadere i propri contenuti nell'anonimato, poi veniamo alle riflessioni. Il commento di Antonella Scozzafava mi pare in sintonia con quanto affermo io, ossia la necessità che prevalga il tutto per dare una svolta al nostro paese. Concordo con la cara Antonella anche sul concetto di idealità che troppo spesso è in antitesi con l'individualismo imperante. La convinzione che l'unità fa la forza e che il pluralismo deve essere quel quibus da cui ripartire, mi fanno riflettere su quanto scrive in un successivo commento un anonimo utente. Contrariamente a ciò che esprimo nel mio post "Contro l'individualismo pentonese... prevalga il tutto" l'anonimo parla di un individualismo che produce pluralismo. Niente da obiettare, ma è vero anche il contrario! Il pluralismo è garanzia di ogni individualità e laddove ciò non sussiste non è rispettato pienamente tale concetto. Sempre l'anonimo porta come esempio Leonardo e Pavarotti presi a modelli di individualità che sono emerse da gruppi. Ebbene anche in questo caso è vero pure il contrario: Leonardo mai avrebbe potuto affermarsi se non avesse avuto alle spalle un'esperienza pluralista e formativa come quella del Verrocchio! Lo stesso dicasi per Pavarotti che dal Coro Rossini partì per sfondare nel mondo della lirica. Non c'è un'unica ricetta dunque, ma bisogna calarsi e conoscere i bisogni per esempio di Pentone per comprendere bene cosa significhi appunto tralasciare l'individualismo!
Se capita troppo spesso ancora per esempio che più che parlare e agire al plurale, con il consenso di più persone, ci si senta autolegittimati ad essere uno e tutto, allora c'è un problema!
Se si vuole sempre apparire per decantare i propri meriti o le proprie iniziative, io direi che si tratta di fanatismo ed egocentrismo, non di individualismo!
Se si pensa che si è tuttologi, omnicomprensivi, factotum, belli e bravi, non si tratta nemmeno di individualismo, ma di culto della personalità!
In questi tre "se" per chi non lo avesse notato c'è il prototipo di chi pensa solo a se stesso e non di sicuro a Pentone: io credo che proprio questo modello e le persone che lo incarnano non servano più.
Ben venga poi in un contesto pluralista e paritario, in cui le competenze e le passioni, in cui la disponibilità al sacrificio, siano i veri motori, l'emergere di qualche individualismo: solo in questo caso ci sarà legittimazione e consenso.
 Grazie però caro anonimo perchè hai proprio invertito il senso della discussione, e così mi hai dato la possibilità di ripetermi e spiegarmi. Rimango però convinto che una società pluralista sia quella della svolta e sia anche quella in cui emergono più individualità positive.

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