Vita da precario

Questa è la società del precariato che costringe tante persone a sopravvivere e ad arrivare a fine mese senza un euro in tasca... quando naturalmente c'è da aspettare fine mese! Quanti infatti lavorano saltuariamente e chissà quale mese prendono uno stipendio?
 In questa categoria sicuramente spiccano i docenti della scuola o forse sarebbe meglio dire ex scuola: a furia di decreti e di ammortizzatori sociali, infatti, sono ridotti proprio all'osso. La Gelmini ha poi dato il colpo di grazia con delle riforme che badano al portafoglio e non agli alunni e agli insegnanti. E' vero che la scuola italiana per tanto tempo è stata una vera e propria agenzia di collocazione, ma è anche vero che ridurla ai minimi termini come accade oggi è veramente da barbari. La cultura passa attraverso le ore interminabili in classe e soprattutto la crescita di un popolo si misura dal suo livello culturale. Negli altri paesi europei si privilegiano gli investimenti per la cultura e la pubblica istruzione, in Italia se si deve tagliare qualcosa lo si fa a carico di alunni, docenti e famiglie.
Il docente precario risponde ad un preciso identikit: laurea, abilitazioni varie, master e corsi di perfezionamento a bizzeffe, anni di esperienze e onorevole servizio per lo Stato italiano senza vedersi riconosciuto nemmeno un euro di scatto d'anzianità!

Cosa ne sarebbe stata della scuola italiana in questi anni senza questi docenti?
Perchè in Italia ci devono essere poi docenti di ruolo di primo livello e docenti precari di secondo livello?
Il precario molto spesso ha più stimoli di un insegnante che traghetta la propria esistenza verso la meritata pensione; il precario vive la scuola come una cellula della società moderna, tecnologica e avanzata, mentre al contrario molti continuano a proporre solo modelli tradizionali; il precario è disposto al sacrificio pur di avere un euro in più su cui magari poter contare in estate quando non si ha lo stipendio!
Pensate addirittura che in alcuni famosi musei del nostro Paese l'insegnante di ruolo paga il biglietto ridotto, mentre il precario lo paga per intero!
Ma è possibile un Paese così? Non dovrebbe invece essere privilegiato, laddove è possibile naturalmente, chi dell'incertezza economica ormai ne ha fatto un vessillo? Non dovrebbe essere l'eccellenza a determinare il merito? Provate ad entrare in una scuola e poi in una classe e provate a mettervi dietro ad una cattedra.
Siete sicuri che tutti potrebbero fare questo mestiere? Che tutti saprebbero tenere testa a 30 (dico trenta) adolescenti sempre più viziati? e poi sapete quanti problemi l'insegnante-psicologo deve affrontare!
Dal multiculturalismo al numero sconsiderato di alunni per classe, dal ragazzo con handicap senza insegnante di sostegno o con poche ore al ragazzo che ha i genitori separati; ma tanti davvero aspetti che se non hai la passione e lo stimolo lasci tutto dopo dieci minuti.
Consideriamo questi aspetti e le grandi professionalità di ch vive la precarietà con  dignità!
Una dignità purtroppo sempre più calpestata da chi per esempio ha bloccato l'aggiornamento delle graduatorie e ha pensato a delle graduatorie regionali: sapete cosa significa?
Migliaia di docenti precari non potranno aggiornare i loro punteggi, non potranno lavorare dalle code e dovranno continuare ad arrangiarsi ancor di più. Arrangiarsi sottolineo perchè noi non ci arrenderemo mai  a queste logiche...

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