L'ultimo sogno di Rosario Rubino
Ultimamente sogno spesso e mi imbatto a confrontarmi con diversi personaggi .
Mi ritrovo con alcuni amici, fra cui uno in particolare mi rinfaccia di non capire nulla di politica ,o meglio di tante altre cose si ,ma di politica NO . L’improvvisa affermazione e inaspettata , nasce dal solo fatto di aver affermato che nel ns paese si fanno solo parole, nell’immediatezza e per un ALTO SENSO DI RISPETTO , spontaneamente non mi restava di confermare il suo pensiero e di aggiungere che se di politca ne avrei capito non mi trovavo in questa situazione.Non so a voi , se vi è capitato nei sogni come anche nella realtà , di sentirsi impotenti a diverse situazioni e non essere in grado di reagire nell’immediatezza, sentire il battito del cuore accelerare e il fiato venir meno, non trovare la risposta giusta , ebbene ero in tale stato, in affanno e mi ponevo mille interrogativi .Ma come accade , la calma sopraggiunge e si comincia ad elaborare con serenità il concetto .Il concetto è la politica . e quindi mi pongo il problema di cosa intenda l’amico e le altre persone a lui vicine per ideale politico e di politica.Da amico ho sempre condiviso insieme a costoro sia l’operato , nonché anche contribuito nel dialogo e confronto pubblico su varie tematiche non venendo meno a sollecitare molto spesso interrogativi, risposte e non di meno chiedere di passare dalle parole ai fatti.Pertanto una discreta opinione ( dall’analisi reale ed attuale ) di come intendano la loro politicà fino ad ora, si può INEQUIVOCABILMENTE dedurre e si può tranquillamente effettuare un confronto fra quanto da Loro espresso e realizzato , e su quanto da me ed altri “e cito l’amico ENZO MARINO “ che da un pò a questa parte cerchiamo di sollecitare , purtroppo a parole scritte e sottoscritte, nel contesto reale di non poter incidere con POTERI nel cambiamento che attualmente ne sono stati DELEGATI altri i quali hanno SI il potere di incidere nel cambiamento ovvero incidere negli affari che riguardano la città’ (polis). Cara amici è inevitabile ma per meglio comprendere , vi riporto cosa afferma Aristotele e ricorda che la città è una forma di comunità costituita in vista di un bene; e – aggiunge immediatamente - essa è l’unica che permetta agli uomini di realizzare le proprie potenzialità più tipicamente umane e, pertanto, di essere felici. È per questo che egli può notoriamente affermare che ‘l’uomo è per natura un essere politico’, con la conseguenza che chi non vive nella comunità politica, per natura e non per caso, è evidentemente o inferiore o superiore all’uomo, è un dio o una bestia feroce.Una bestia feroce non mi sento proprio di esserlo, ne tantomeno un dio, ma certamente e per natura un essere politico quello si , uno che quando non conosce si informa , studia, elabora , medita , si confronta ed ascolta.E nello studiare mi piace ricordare a coloro che certamente di politica ne capiscono più di me quanto segue:La ‘politica’ aristotelica presenta pertanto due vistose differenze con la maniera in cui noi oggi concepiamo questo termine: essa è caratterizzata da un’organizzazione orizzontale del potere dove tutti i cittadini, idealmente, governano e sono governati a turno ed è strettamente connessa con la felicità umana, di cui crea le pre-condizioni materiali; essa rimanda, poi, a una forma assai specifica di comunità – la polis appunto: ad Aristotele non sfugge che esistono anche altre forme di comunità e di associazione umane, come il dispotismo orientale, ma nega che in esse si dia ‘politica’. Analogamente, e in diretta polemica con il maestro Platone, Aristotele afferma recisamente che l’attività politica è diversa da quella del re, dell’amministratore della casa o del padrone degli schiavi perché le sfere d’azione di questi ultimi non sono caratterizzate da quella libertà e quell’uguaglianza che sono il presupposto dell’agire degli esseri umani in politica. Ed ora leggete attentamente quanto segue …
La sua esposizione degli ‘affari che riguardano la città’ risulta così tutta permeata da un intreccio di descrizione e prescrizione, perché uomini compiuti e felici potranno esistere solamente all’interno di una polis e in nessun’altra comunità e, anzi, solamente all’interno di una buona polis, dotata di una forma di governo ‘retta’. Pertanto emerge il ruolo fondamentalmente educativo delle leggi in Aristotele: esse mirano al bene comune e a creare buoni cittadini; esse non si limitano a proibire alcuni tipi di comportamento ma cercano di rendere virtuosi i cittadini. Da ciò discende che comunità politiche dotate di leggi differenti creeranno cittadini differenti, dotati di virtù diverse: Aristotele riprende qui un’intuizione platonica, ossia l’idea che il cittadino varia a seconda della costituzione non solo perché ogni forma di governo ha criteri diversi di cittadinanza, ma anche perché ogni regime cerca di plasmare i cittadini a propria immagine: una realtà resa a noi ben nota dai totalitarismi novecenteschi. Buon essere umano e buon cittadino coincideranno, allora, solamente in un’ottima forma di governo.
L’apparente chiarezza e semplicità con cui Aristotele analizza e concettualizza le diverse forme di governo – secondo un duplice criterio, quantitativo (quanti sono i governanti?) e qualitativo (nell’interesse di chi governano?) - lo porta a individuare tre forme di governo ‘rette’ (la monarchia, l’aristocrazia e la politia, nelle quali i governanti mirano al bene comune) e tre forme ‘deviate’ (la democrazia, l’oligarchia e la tirannide, dove chi è al governo mira solamente al proprio vantaggio): in questo schema la democrazia si caratterizza come il governo della massa esercitato per il proprio interesse ‘di classe’; e, dal momento che la massa dei cittadini è solitamente costituita dai meno abbienti, la democrazia può essere definita il governo dei poveri a proprio esclusivo vantaggio
Cara amici di cui oggi traete i primi conti , la vs polica e ben lontana da aristortele e da come io la pensi , la vs politica è diventata una merce da vendere e le varie aziende, centro-destra e centro-sinistra, riempiono di vantaggi il proprio prodotto tentando di convincere i consumatori/elettori ad acquistarlo.
L’acquisto del vs prodotto politico rispetto ad un altro contempla sicuramente una parte di razionalità ma c’è anche una forte parte di emozionalità, determinata dalla storia politica del nostro Paese che comunque è stata sempre polarizzata fra bianchi e rossi, fra comunisti e democristiani, fra clericali e mangiatori di bambini, fra Peppone e Don Camillo, e, per quanto siano cambiati i tempi, questa spinta ideologica non è mai del tutto scomparsa.
Un prodotto politico che io venderei e quello costruito su pochi e semplici elementi concettuali quali la novità, la coerenza e il legittimo diritto dei Pentonesi che vengono dal basso, dei lavoratori, di prendere il potere, di decidere del proprio destino , una politica che avviene anche attraverso i mezzi di dibattiti e confronti , ma soprattutto attraverso le azioni, perché la politica comunica facendo, la politica è un prodotto che esiste nel momento in cui si fa, è come il cinema, del cui prodotto si prende coscienza nel momento in cui si forma davanti agli occhi di chi lo guarda, ovvero il POPOLO PENTONESE E da un cretino come me che di politica non ne capisce.
Quindi io parlo di politica , di comunicazione sulla politica e non di comunicazione politica.
La vs politica , la politica pentonese e la comunicazione sulla politica è mancante.
Se si va ad analizzare il vs livello segnaletico si scopre che i politici pentonesi di entrambe le parti anche civici , entrano in contraddizione relativamente a ciò che fanno e a ciò che esprimono; i segnali che mandano sono completamente contrastanti con quelli che hanno mandato il giorno precedente e con quelli che manderanno il giorno successivo.
A cosa può servire ancora ribadire, ancora rivelare o svelare ciò che è palese agli occhi di tutti? Può ancora essere utile l'esercizio di “copia/incolla” della quotidiana denuncia di quanto accade, degli autori e delle loro motivazioni solo se ancora si ritiene che vi siano soggetti che necessitano di essere svegliati dal loro sonno della consapevolezza. Ma sono sempre più persuaso che coloro che ancora non si sono svegliati è, semplicemente, perché non hanno voluto, e proseguono il loro assurdo gioco di preferire una menzogna rassicurante di fronte ad una cruda verità!
Non trovo più piacere nell'antipolitica esercitata da chi di politica non ha mai conosciuto il senso, esercitata da coloro che fino a ieri hanno lasciato deleghe in bianco, esercitata da coloro che confondono la politica con la partitica. Non mi stimola il dover prendere quotidianamente atto di quanto già conosco, dello sfrontato atteggiamento di chi per i propri interessi di partito e/o personali, si nasconde dietro alla retorica di un politiche se privo di ogni presupposto ed argomentazione. Neanche più trovo irritazione di fronte alla improbabile verità di chi ha, messo alle strette, il coraggio di dire che non sapeva.
La Critica è uno strumento fondamentale per l'analisi, ma non può rimanere l'unico atto. Si arriva al momento – ed a mio parere questo è ormai giunto – che si deve passare ad una fase propositiva, si deve avere il coraggio e la responsabilità di andare oltre e di produrre organiche soluzioni.Spetta a me, a tutte le persone di pensiero, a tutte le persone che hanno conservato i residui di una visione politica e del suo senso, di compiere lo sforzo di costruzione di nuovi percorsi, dobbiamo cogliere in senso diverso e con presupposti diversi l'occasione di rifondare il senso sociale del nostro vivere. Spetta a noi, quindi, riaffermare la primazia della politica, riaffermarne i sensi ed i contenuti, riaffermare i presupposti fondativi della politica sulla base dei quali diventa possibile quella necessaria dialettica e confronto finalizzato alla ricerca della migliore soluzione.
I percorsi possono essere vari, ma i principi dai quali diventa perentorio dover partire e rifocalizzare, il diritto della persona come elemento nodale e sostanziale di ogni pensare ed agire nell'ambito della società, agire e pensare che trova nell'azione dialettica e di confronto politico, il piano sostanziale di elaborazione e progettazione.
E' sulla valutazione di quanto sommariamente espresso che questo vuole porsi come un appello a coloro che DICONO DI CAPIRE DI POLITICA che, fuori da idealismi ed appartenenze, sentono la responsabilità di cittadine e cittadini di difendere ed affermare ciò che garantisce il diritto, ovvero la sovranità dei popoli.
Il caldo di questa notte è stato tremendo il sogno POLITICO ALL’IMPROVVISO SVANISCE mi sveglio completamente sudato.
Per fortuna è solo un LUNGO SOGNO…..
Con affetto Rosario Rubino .
Alla faccia del personalismo , primarie tout court. Sempre più affascinato dei grandi idealismi e congetture dei politici pentonesi, che spaziano dai comitati civici , dalla nascita di movimenti , rinascita di sezioni politiche e circoli di ogni genere , civile e religioso , mi sembra di vivere in una grande metropoli della antica Grecia , e non in un paesino di 1500 abitanti .
RispondiEliminaE come al solito prima di dire fesserie cerco di analizzare cosa vi è dietro a tali posizioni e se costoro che si mascherano dietro facciate di partiti, movimenti associazioni e quant’altro abbiano per lo meno coscienza di cosa vogliono rappresentare.
Ebbene cerco e trovo :
Wikipedia “In generale con movimento si indica un cambiamento di posizione di una "cosa" rispetto ad un'altra, inclusi pensieri e cose astratte”
Wikipedia “Il personalismo è una corrente di pensiero incentrata sull'esistenza di persone libere e creatrici. La centralità della persona come valore assoluto è alla base del personalismo.
In più trovo questa bella risposta a chi chiede su internet come si apre un movimento politico culturale ebbene la miglior risposta e’ “ Il movimento politico culturale non si "apre" viene a formarsi da se con il contributo di tante persone, il movimento "ammazzateci tutti" dei giovani di Locri per esempio è nato perchè la gente si è cominciata a ribellare alla mafia
Il movimento sui meetup è nato perchè la gente non ne può più di politici corrotti e collusi ed ha iniziato spontaneamente a parlarsi, tramite internet.
Perché ognuno vuole creare il proprio movimento e invece non ha l'umiltà di partecipare a quello che già è nato?
Il problema è tutto lì, c'è da unirsi, non da creare ognuno il suo piccolo partituccio fatto in casa!
Se non esistono assoluti, persone e fenomeni non possono stare tra loro se non in «relazione».
Ebbene non posso che concordare e approfondire cosa si intenda per relazione e persona:
Relazione è dunque la categoria della conoscenza.
La forma vivente della Relazione è la Persona, le Persone , in dialogo, confronto ,coerenza e trasparenza .
Ebbene a cosa assistiamo in real time nella nostra metropolis , tutto l’esatto contrario di concetto di aggregazione, confronto dialogo, condivisione dei problemi, delle gioie e quindi troviamo l’elevazione dell’’individualismo,del personalismo , del nichilismo, all’ennesima potenza , non si guarda in faccia a nessuno , ognuno tira dritto per il proprio tornaconto intellettuale, familiare e NIENTE DI SOCIALE, COMUNITARIO, UGUAGLIANZA ,FRATERNITA’ E LEGALITA’ .
Giorno 30 c.m. assisteremo alla nascita di un nuovo Movimento “ GUARDARE OLTRE “del Prof. Vincenzo Marino , ebbene , visto che il dibattito è sul piazzale della Musica , invito il Prof. a Guardare molto in lontananza , procacciarsi di un bel binocolo come quello che tanti anni orsono la Proloco mise su quel piazzale , per un po’ per poi finire chi sa dove? Affacciarsi dalla balaustra , e tentare di convincersi insieme a tanti altri che l’orizzonte e il tramonto a cui assistiamo tutti i giorni da quel panorama probabilmente e ben OLTRE da quanto si immagini , dimenticandovi di guardare per primo intorno , dove non vi è una comunità di un Milione di persone e quindi è inevitabile la Diseguaglianza ideologica politica e religiosa , ma che il ns paesello , frazione di Catanzaro , è una famiglia UNICA dove non si trova una persona che non sia legata da affetti , dal cognome, da amori, da inimicizie , per fino le case , i ns ulivi, i ns castagneti, sono contigui uno all’altro compresa la Chiesa.
parte prima rubino rosario
parte seconda
RispondiEliminaNon comprendo quando in una sala consiliare dove tutti condividono uno stesso interesse l’indomani si ci trova per le vie del paese a litigare, a parlare male uno dell’altro , e agire “ quello che poi fa più male “ esattamente e contrariamente a quanto dibattuto, condiviso, criticato e affermato. Non comprendo quando amici si ritrovano a tavola e gioiscono per la bella serata per il buon vino, la cordialità e coerenza nello stare TUTTI a torno a quel banchetto , dove la fa da padrona il cibo, il vino e l’allegria la fraternità , l’accoglienza, il dialogo il confronto e l’onestà e in fine la coscienza , e domani li si trova ognuno a creare MOVIMENTI , altri a Volare ALTI , oppure come afferma il prof. Marino con le due opzioni , accettare la realtà o cercarla di cambiarla, ma anche penso che di mezzo e molto in basso vi sia il POPOLO che viaggia all’altezza dell’UCCELLO PADULO a buon intenditori poche bastano……..
non coprendo scusatemi ………. O per lo meno spiegatemelo .
Guardare oltre dice il Prof e scurdamucci du passatu paesa !!! dico io.
Certamente bisogna cambiare passo , e cercare di farlo in prospettiva del Tempo del kairos , del momento giusto ed opportuno oggi , avere il coraggio di affermare oggi il malessere, le cose che non vanno , che vengono fatte e a volte errate, elogiare i comportamenti virtuosi e incoraggiare sempre a migliorarsi , come fa quotidianamente Enzo Marino , e sperare che alcuni abbiano il buon Gusto ogni tanto di dare le Risposte .
La triade conclusiva è: ethos ritmato da cura di sé, sollecitudine per l’altro, auspicio di vivere entro istituzioni giuste.
Con affetto Rosario Rubino.
Continua il caldo torrido ,nella notte fra insonnia e lungi letarghi i sogni non mancano. L’italia va in finale con un SUPER BALOTTELI che sfonda la porta di Brandeburgo per due volte il Pd sezione di Pentone che convoca il congresso per la nomina del direttivo , l’assessore citriniti francesco si veste di maglia azzurra e installa il max schermo .
RispondiEliminaQuesti sono dei bei sogni mi piacerebbe continuare a sognare
con affetto rosario
Ci sono dei momenti in cui non fa bene pensare.
RispondiEliminaMeglio sognare . Perchè ?
Perhè più ci rifletti e più ti sembra Folle.
perchè più cerchi di trovare la via, e più ti appare come labirinto.
Perchè più tenti di arrivare al nodo problematico, più i fili della ragione si aggrovigliano,
ti si attorcigliano intorno.
Perchè ci sono quei momenti in cui devi fare una sola cosa: agire d’istinto.
Non pensarci più. Decidi, Agisci, Corri, Dillo, Fallo!
un consiglio per tutti
rosario rubino